Onorevoli Colleghi! - I fenomeni degli infortuni e delle morti sul lavoro, nonché delle malattie derivate molto spesso dalle pessime condizioni di lavoro, continuano ad assumere in Italia, purtroppo, proporzioni eccessive e allarmanti, come ci dimostrano non solo i recenti fatti di cronaca, ma anche i dati dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL); basti pensare che solo nel corso del 2005 si è assistito ad una media di tre morti al giorno a causa di incidenti sul lavoro: nello specifico, 1.200 morti su un totale di 940.000 infortuni.
Dunque rimane alto il numero degli incidenti mortali, con cifre che oscillano tra i 1.200 e i 1.400 casi annui. Tutto ciò nonostante l'esistenza di una legislazione completa e dettagliata in materia fin dagli anni cinquanta, il cui provvedimento più noto è il decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, che, anche tramite i suoi successivi aggiornamenti, dà attuazione alle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE, 2003/10/CE e 2003/18/CE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro.
Purtroppo, in numerosi procedimenti penali per reati connessi alla violazione di norme di prevenzione, l'imputato chiede di patteggiare la pena limitando così le conseguenze a proprio carico, senza tuttavia neppure offrire le garanzie di una rimozione delle cause di danno. Per questo la presente proposta di legge si pone i seguenti obiettivi: condizionare l'ammissione alla procedura di patteggiamento alla rimozione della situazione di